15.04.06

The fog

Qualcosa di mostruoso si aggira nell’oscurità del piccolo villaggio di Antonio Bay. Una forza terrificante e malvagia nascosta dalla fitta nebbia terrorizza gli abitanti del posto.
La Revolution Studios presenta un film diretto da Rupert Wainwright e ispirato alla versione originaria di John Carpenter, che in questo remake è uno dei produttori.

E’ il 1871, una misteriosa nebbia cala sul mare, mentre quattro uomini commettono un riprovevole crimine. L’equipaggio e i passeggeri di un veliero affondano dopo un incendio e tutto e tutti restano sul fondo del mare in attesa...
Quasi due secoli più tardi, il giovane Nick Castle (Tom Welling), capitano della Sea Grass, una imbarcazione a noleggio, aggancia inavvertitamente una vecchia borsa da pesca impigliata tra le rocce sul fondo dell'oceano e strappandola lascia fuoriuscire gli oggetti contenuti. Da quel momento ha inizio una serie di terrificanti eventi che sconvolgono la vita degli abitanti del villaggio di Antonio Bay.

Gli oggetti fuoriusciti cominciano ad affiorare sulla spiaggia e con essi gli spiriti dei loro antichi proprietari. Il passato viene trascinato nel presente e cominciano ad accadere cose sovrannaturali. E’ chiaro che presto i due mondi entreranno in collisione. Ma il passato ed il presente sono già in conflitto, infatti, la popolazione è divisa su come utilizzare le poche risorse finanziarie: gli anziani intendono costruire una statua in onore dei padri fondatori; mentre, i giovani, vogliono impiegare quei fondi per la riparazione delle banchine e delle barriere marine.

The Fog mette a confronto passato e presente, sottolineando le conseguenze nefaste che il primo può avere sul secondo. Parla di responsabilità degli antenati e di quanto questo ricada sui posteri. Quello che facciamo oggi influirà sulle generazioni che verranno. Per questo ognuno di noi deve prendersi la responsabilità delle proprie azioni.

Il film nel messaggio e nella narrazione si distacca dall’originale del 1980, pur mantenendone l’assenza di violenza e di sangue, che restano latenti e mai esibiti. La visione del vecchio film riesce a coinvolgere e terrorizzare qualsiasi spettatore, a differenza del suo remake la cui sceneggiatura è pesante e soporifera.

Nonostante gli assordanti colpi battuti sulle porte dei cittadini di Antonio Bay e la spettacolarità dell’atmosfera creata dalla nebbia digitale, è difficile lasciarsi coinvolgere. Forse a causa della sceneggiatura, simile ad una minestra riscaldata che fa desiderare di farla finita al più presto, o per i due bellocci di turno, Tom Willing e Maggie Grace, che sono deboli e inefficaci, fatto sta che il film non prende particolarmente.

Sebbene gli effetti speciali e la fotografia tendano a dare un’atmosfera da brivido, la prima comparsa dei furibondi fantasmi dalla fisionomia da zombie cattivi, fanno rimpiangere i film horror di serie B.
L’inaspettato finale romantico non alleggerisce il peso di tanta inutilità, e non giustifica i 100 minuti di durata.

Posted by Imelda Antonicelli at 15.04.06 16:35