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mar 21

Cera una volta….
E’ così che potrebbe iniziare questa nuova fantastica fiaba del grande maestro dell’animazione giapponese, Hayao Miyazaki, già padre di capolavori come La principessa Mononoke, La città Incantata (premio Oscar 2003) o il più recente Il Castello Errante di Howl.

Ponyo sulla scogliera narra la storia di una pesciolina rossa che vuol diventare una bambina e del suo amichetto Sosuke, un bimbo di 5 anni. Purtroppo il papà di Ponyo non è d’accordo e anche le vecchie leggende del luogo vedono una tale amicizia come portatrice di catastrofi naturali. Così, tra ambienti marini fantastici, Acqua della vita dorata, barchette alimentate a candela e guide spericolate, i due protagonisti ci consegnano la loro innocenza, facendoci apprezzare ancora le fiabe di quando eravamo piccoli.

Ed è ai piccoli che questa volta si rivolge Miyazaki ma il tratto è sempre il suo, semplice e lineare, così pulito da diventare difficile da riprodurre; non aspettatevi i fondali realistici dei precedenti film del regista giapponese, qui tutto è stilizzato e semplificato per aderire alla realtà del bambino.

Miyazaki e la sua casa di produzione, lo Studio Ghibli, fondata nel 1985, non usano tecniche di grafica computerizzata; ogni singolo disegno, fondale e intercalatura sono rigorosamente disegnati a mano. Nel caso di Ponyo sulla scogliera i fondali sono stati realizzati ad acquerello con l’intento di sembrare (e così è) pastelli, proprio come i disegni che fanno i bambini.

Il film è anche una denuncia contro l’inquinamento dei mari e dell’abuso degli uomini sulla natura, infatti, Ponyo finisce in un barattolo e Sosuke la salva dando inizio alla loro amicizia; ma è anche una lezione sull’essere fedeli a se stessi e alle promesse fatte, una lezione, quindi, per piccoli e grandi. Ponyo sulla scogliera è sconsigliato ad un pubblico inferiore a 1 anno e ad adulti che abbiano perso il senso della propria infanzia.

In conclusione, per tutti coloro che amano l’animazione giapponese e, nella fattispecie, quella di Hayao Miyazaki, chi scrive vi informa che quest’estate, dopo più di venti anni dalla sua prima uscita, arriverà sugli schermi italiani il famosissimo e fantasmagorico Totoro, diventato successivamente il simbolo dello Studio Ghibli.

di Imelda Antonicelli
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