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The / Files - la mitologia
Dichiarazione

seconda edizione

The X-Files è proprietà di Chris Carter e della 20th Century Fox. Con questo volume non si è violata alcuna norma di copyright. I personaggi e le trame di fondo, così come i titoli dei capitoli, sono proprietà di Chris Carter. Per tale pubblicazione non sono stati richiesti fondi e la stessa non ha scopo di lucro.

TI ODIO PERCHÉ TI AMO

THE UNOPENED FILE: ANASAZI

THE UNOPENED FILE: BLESSING WAY

THE UNOPENED FILE: PAPER CLIP

IO TI CONSOLERÒ

PIPER MARU: APOCRYPHA

PIPER MARU

TUNGUSKA

TUNGUSKA: TERMA

PATIENT X

PATIENT X: THE RED AND THE BLACK

ANGELO DEMONIACO

THE END

L'AVVOCATO DEL RATTO

   

TI ODIO PERCHÈ TI AMO

 

Washington, D.C.

Abitazione di Smoking Man.

11:09 P.M.

 

    L’uomo siede comodamente in una poltrona di pelle nera con le spalle alla porta. Accanto a lui la luce bassa di una lampada da tavolo e un posacenere ricolmo. Il fumo sale a spirale perdendosi nell’alone soffuso della piccola lampada. L’uomo sa che alle sue spalle qualcuno è entrato. Non si volta. Non parla... Aspetta.

    Nell’oscurità del corridoio la figura sosta silenziosa e paziente, il suo padrone parlerà. Lo conosce bene. Ne conosce ogni difetto, ogni vizio, ogni ruga del viso arido e smunto.

    - Entra -, intima sommessamente l’uomo che fuma. - Versati da bere e siediti accanto a me. -

    Il giovane obbedisce in silenzio e la fievole luce giallastra sfiora dolcemente le sue spalle rese squadrate dal giubbotto di pelle che indossa.

    Il bicchiere è colmo, il suo ospite ancora silente. Si siede nella poltrona accanto all’uomo e attende.

    Smoking Man solleva lo sguardo verso il giovane volto del tutto rischiarato dalla lampada da tavolo. Spegne la sigaretta e resta a fissarlo.

    Non lo aveva mai fissato prima.

    Non si era mai reso conto di quale arma micidiale era in possesso. Sì, quel giovane, quel Alex Krycek che con tanto orgoglio aveva addestrato personalmente facendone un cane fedele, possedeva in sé un’arma potente: la bellezza.

    Il suo viso si illumina di una luce sinistra, mentre le sue labbra disegnano un sorriso. Si allunga verso il pacchetto delle Morley accendendone una ed espirandola si rivolge ad Alex Krycek.

    - Sai di essere bello? -

    - Come, Signore?!... Temo di non comprendere -, risponde incerto e impacciato Krycek, mentre Smoking Man continua a fissare il verde dei suoi occhi.

    - Credo di sapere come eliminare Mulder. -

    Alex osserva il volto trionfante e il bagliore degli occhi del suo interlocutore. Non è certo di aver compreso cosa stia tramando, ma un brivido caldo ed eccitante lo pervade.

    - Credevo non volesse farne un martire? - azzarda con ingenuità.

    Smoking Man sorride divertito. Gli piace Krycek, sa divertirlo, sa recitare. La sua candida falsa innocenza è squisita. Riprende a giocare con il suo piccolo Alex.

    - Credi di poter fare innamorare di te il bravo agente Fox? - 

    Alex gli sorride, si solleva dalla poltrona poggiando il bicchiere ormai vuoto sul tavolino accanto a Smoking Man. Lo guarda senza fiatare. Dal suo viso non traspare nulla, mentre quello di Smoking Man è tornato cupo.

 

 

Alexandria, Virginia.

Hegal Place 2630, abitazione di Fox Mulder.

3:17 P.M.

 

    Il corpo dell’agente Mulder giace scompostamente sul divano. La cinta slacciata. La patta aperta. La cravatta allentata. La camicia semi sbottonata, sgualcita e pendente. Sul viso un asciugamano bagnato.

    Mulder non resiste al caldo insolito che si è abbattuto quel giorno. Odia l’afa e odia sudare. Perso nella spossatezza di quel giorno infelice si è assopito.

    Il bussare incessante e insistente di qualcuno alla porta, lo risveglia bruscamente. Indolente e assonnato va ad aprire urtando al basso tavolo accanto al divano.

-    Krycek!! –

Probabilmente sta ancora sognando.

    Si guardano a lungo, poi Alex gli sorride affabilmente e il verde dei suoi occhi pietrifica Fox.

    - Non mi inviti a entrare? - domanda continuando a sorridere.

    Mulder è ipnotizzato, si scosta per dargli strada e richiude la porta.

    Alex non si scosta dall’uscio, lasciando che Fox lo inviti a farlo e, stranamente, lo fa.

    - Non startene lì... qualcosa da bere? - dice andando a prendere qualcosa di fresco dal frigo.

    Alex non risponde e comincia a guardarsi attorno osservando il piccolo e squallido mondo di Mulder. E’ così immerso nei suoi pensieri che non sente Fox alle sue spalle e sussulta.

    Mulder gli tende una birra gelata.  Krycek la prende sfiorando le dita della sua preda. Fox si va a sedere e solo ora Alex si accorge che è scalzo. Certo, se avesse avuto le scarpe avrebbe sicuramente avvertito la sua presenza.

    Mulder stende le gambe sul tavolino e comincia a squadrare Krycek al di là della bottiglia e assaporandone una sorsata schiocca le labbra. Di scatto si mette a sedere tirando giù le gambe e fissando Alex dice:

    - Deve esser vero che l’erba cattiva non muore mai!... Quale sporco fine ti ha  spinto a venire qui? Cosa vuoi da me Krycek?-

    Alex non risponde, si limita a guardarlo.

    Poi...

    Poi fa un passo avanti. Posa la bottiglia sul basso tavolo, si inginocchia poggiando le mani sulle ginocchia di Mulder e sussurra:

    - Te. -

   Mulder arrossisce improvvisamente e il caldo gli sembra più intenso.

    Alex lo fissa quasi senza espressione, anche se un lieve sorriso accarezza il liscio viso infantile. Il verde intenso dei suoi occhi cattura la fissità di Fox che deglutisce di un dolce sapore mai provato.

    La mano destra di Krycek scivola lenta verso l’interno della coscia di Mulder.

    Mulder trasale e, alzandosi di scatto, blocca l’insinuarsi di Alex; poi, stringendogli il polso, lo fissa preso da innumerevoli e contrastanti sentimenti. L’odio per quel doppiogiochista che >

ribrezzo e l’orrore di quel gesto; il fascino della novità proibita e perversa. Il desiderio. La passione.

    Alex ha ben imparato ad approfittare delle umane incertezze e non esita.

    La mano sinistra è già sopra il membro caldo e fremente di Fox. Alex comincia a sfiorarlo dolcemente al disopra dei boxer e Mulder lentamente lascia andare il suo polso arrossato. La mano ormai libera può sfilare il pantalone, mentre Mulder sempre più inerme chiude gli occhi a tanta tentazione.

    Alex avvicina le labbra tumide all’erezione ancora coperta lasciando lentamente scivolare le dita di entrambe le mani all’interno dell’elastico degli slip per strappare quell’involucro indesiderato.

    - Mulder!... Mulder apri, sono Scully. -

   Apre gli occhi di scatto e gela all’idea di quanto ha permesso a Krycek.

    Si guardano, mentre alla porta Scully continua a bussare e chiamare. Alex si alza senza battere ciglio e si avvia mesto alla porta. Si ferma fissando la parte bassa del corpo che per qualche istante è stato suo.

    - Non vorrai che ti veda così? - dice sorridendo a Fox ancora intontito.

    Mulder si dà un contegno e Alex apre a Dana Scully.

    I due si fissano intensamente. Scully non lo conosce abbastanza, ma sa quali sentimenti Fox nutre per Krycek. Alex prova solo un improvviso odio, non per i fatti passati, ma per quella inopportuna interruzione.

    O è gelosia?

 

 

Washington, D.C.

Quartier Generale dell’FBI:

Ufficio di Walter Skinner.

4:02 P.M.

 

    Il vicedirettore Skinner siede dietro la sua scrivania in maniche di camicia per il forte caldo e minuscole gocce di sudore imperlano la sua fronte aggrottata.

    Di fronte a lui i suoi due pupilli attendono la ramanzina giornaliera.

    Mulder però non è presente. La sua mente vaga lontano, torna agli attimi passati con Alex Krycek e sotto la patta il suo sesso cerca una via di fuga. Si sente arrossire e trasale.  Fissa Skinner di cui afferra qualche parola. Poi guarda il volto attento e accondiscendente di Scully.

    No.

    Nessuno si è accorto di quella reazione. Nessuno.

    Fox Mulder ricade nei suoi lussuriosi pensieri: cosa sarebbe accaduto se Scully non fosse intervenuta? Krycek avrebbe abusato di lui? Krycek...

    Krycek...

    Che strano suono ha ora quel nome.

    Sente ancora quelle mani. Il calore di quel tocco. Le sue labbra. La pulsione del suo sesso. Deglutisce imbarazzato e si impone di ascoltare Skinner.

    - Spero di essere stato chiaro. E’ così? -

    - Sì, Signore -, risponde seriamente e prontamente Fox.

    - Faccio affidamento su di lei, agente Scully. -

    - Certo, Signore. -

 

 

Alexandria, Virginia.

Hegal Place 2630, abitazione di Fox Mulder.

9:12 P.M.

 

    Con il calare della sera l’aria si è rinfrescata. L’afa che lo ha oppresso per tutto il giorno è ormai un ricordo. Sì, un ricordo come lo erano le mani di Krycek.

    Krycek...

    - Alex Krycek -, sussurra e si meraviglia di quanto amaro gli lasci in bocca. “Alex, il mio nemico è ora il mio tormento?”       - Alex -, urla nel nulla.

    - Mi hai chiamato? - dice Alex apparendo sulla soglia.

    - Come sei entrato? - domanda preso dal panico Mulder.

    Alex gli si avvicina lentamente sorridendo: - Non mi vuoi più? -

 - Va’ via. Allontanati da me, sporco pervertito -, gli dice opponendosi fievolmente. Sa bene che ad Alex basterà sfiorarlo, per farlo ricadere nella sua tela.

    Ma Krycek è lì, accanto a lui. Gli occhi dell’uno nel verde dell’altro.

    E le labbra si sfiorano.

    Le mani si prendono.

    Le inibizioni cadono.

    Sdraiato sul divano Mulder è ormai alla mercé di Alex. Sente la sua lingua scorrere dal lobo lungo il mento a disegnare la marcatura della mascella. E di là, giù, lungo il collo, inumidendo il pomo e ancora giù nell’incavo della gola.

    Mulder socchiude gli occhi lasciando che Krycek giochi con il suo corpo, che lo possieda, che lo faccia vibrare. La lingua calda e umida seguita a scendere: lo sterno, l’ombelico, il ventre...

    Il membro turgido ed eretto, pronto a ogni fantasia.

    Il membro è lì, tutto per lui.

    Mulder è lì, tutto per lui.

    Alex lo afferra saldamente e baciandolo lo divora avidamente. Il calore delle sue labbra fanno vibrare quello strumento di sesso, mentre lentamente la sua lingua si insinua nella fenditura del glande.

     - Ahh! - è il solo suono che Fox riesce a emettere. – A-lex! Ahh! - ormai la parola è nulla, il silenzio è tutto ciò che resta nell’immensità della notte.

    Il lavorio delicato di Alex fa sussultare Fox a ogni piccolo movimento e, lentamente, lo porta all’estasi totale.

    I corpi restano immobili, sfiniti l’uno sull’altro in un’unica stasi di soddisfazione. Pochi istanti. Lunghi momenti e i loro corpi sono nuovamente pronti a perdersi nella passione e nella lussuria.

    Mulder solleva da sé Alex, lo bacia e poi improvvisamente... lo ammanetta.

    - Mulder! Che cosa vorresti fare?! - chiede sbigottito e impaurito Alex.

    - Stai tranquillo, voglio solo fare la doccia con te -, gli risponde alzandolo e baciandolo intensamente.

    Alex lo segue in bagno, ormai l’eccitazione ha preso il posto della paura e, anche quando Fox aggancia le manette all’erogatore della doccia, il suo corpo vibra di piacere.

    Così, con le braccia alzate per i polsi, sotto il tormento di dell’acqua che sferza il volto come una pioggia impazzita. Così, dando le spalle al suo amante. Così, con il corpo leggermente inclinato in avanti e le gambe divaricate. Così, Alex Krycek si concede a Mulder. Pronto a essere usato come un oggetto.

    La bocca di Mulder è sul suo collo, mentre la mano destra lasciando il petto glabro scivola verso il basso a sfiorare i suoi glutei sodi e lisci. Ma Mulder non può dimenticare che quello è il suo nemico e quasi con rabbia lo possiede improvvisamente, lasciando che Alex urli sotto lo scrosciare dell’acqua.

    A ogni colpo Krycek si contorce e i continui contraccolpi gli impongono di strattonare quelle manette finché i polsi cedono e un rivolo di sangue defluisce andando a mescolarsi con l’acqua, con il sudore, con l’umore.

    Un bacio. Un altro bacio. Un colpo di reni.

    - Uhmmm!! Mul-der!!! Ahhh!!! -

    - S-ei mio... Alex.... E io ti odio.... perché.... mi sono innamorato di te... e non avrei dovuto. -  

 

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IO TI CONSOLERO’

 

Annapolis, Maryland,

West Road 3170,

abitazione di Dana Scully

3:01 A.M.

 

    Krycek guarda l’orologio da polso per la terza volta in cinque minuti. “Mi piacerebbe sapere cosa fanno.” Pensa massaggiandosi le braccia per riscaldarsi un po’; ma, finalmente, Mulder esce dall’abitazione di Scully. Alex attende che si allontani con l’auto e attraversata la strada si dirige alla porta principale.

    - Krycek!? -

    - L’ultima volta mi hai chiamato Alex - gli dice con un sorriso malinconico e tentando di entrare.

    - Come mai sei qui? - gli chiede Scully mantenendo la porta semiaperta.        

    - Ho saputo di tua sorella... - dice a mezza voce intrufolandosi al primo cedere di Dana. - Mi dispiace molto. -

    Dana non sembra credergli, ma ha troppo bisogno di conforto per cacciarlo e, richiudendo la porta, lo lascia accomodare. Alex si è già liberato del giubbotto e si lascia cadere sul divano. Scully gli si avvicina sedendogli accanto.

    - So che hai sottratto il file a Skinner. Dov’è ora? - gli chiede scostandogli una ciocca dalla fronte.

    - E’ andato distrutto - risponde fissando l’incredulità sul volto di Scully. - Ho rischiato di fare la stessa fine - sorride con una smorfia, - Non si fermano davanti a niente - e chiudendo gli occhi lascia cadere la testa all’indietro. - Sono stanco, Scully. Molto stanco. Di tutto. - 

    - Tu sai chi è stato a uccidere Melissa? -             

    Alex riapre i verdi occhi su di lei, - Sì. So chi l’ha uccisa. Ma non puoi incastrarlo. Ha chi lo protegge... E il mandante è più potente di... - si zittisce nell’osservare le lacrime di Scully, così le si avvicina, l’accarezza asciugando quella debolezza e le sfiora le labbra.          

    - Giurami che non hai nulla a che fare con la morte di Melissa. -

    - Credimi: non avrei mai potuto farti del male - conclude Alex baciandola.

 

 

Washington D.C.,

Abitazione di Walter Skinner.

3:37 A.M.

 

    - Agente Mulder!? - esclama Skinner aprendo la porta semi addormentato e in mutande.

    - Mi scusi, signore. Ma... posso entrare? - chiede sconvolto Mulder.

    - Certo! - dice sconcertato Skinner.

    - Scully è a pezzi e io... Sono troppo sconvolto per quanto è accaduto - dice andando a sdraiarsi sul divano sotto lo sguardo esterrefatto di Skinner.

    - Prego agente Mulder faccia come fosse a casa sua - dice con sarcasmo Walter andando a versarsi qualcosa da bere.

    Mulder non sembra afferrare la battuta del suo vicedirettore e si lancia in uno dei suoi monologhi:

    - Da quando sono tornato dall’Alaska mi è capitato di tutto: l’allucinogeno nell’acqua, la morte di mio padre. Alex Krycek, il viaggio nell’aldilà, le mezze verità. Alex Krycek, la morte di Melissa. La perdita del file, Dana in quelle condizioni... Alex Krycek - si stiracchia cercando una posizione più idonea. - Sono certo che i miei guai e quelli del mondo intero dipendano da quell’essere infido e... - si siede di scatto fissando l’assonnato Skinner sprofondato in poltrona. - Lei sa di chi parlo vero? -

    - Certo: dell’uomo che fuma - risponde Walter annoiato.

    - Con tutto il rispetto, signore: lei non ha capito nulla - e si distende nuovamente sul divano. - L’essere infido di cui parlo è Alex Krycek - sospira ripensando ai momenti trascorsi con lui e ricordando di essersi confidato con Skinner, si tira su e lo fissa intensamente. - Non avrei dovuto permettergli di abusare di me-

    - Mi era sembrato di capire che fosse stato lei, agente Mulder, ad abusare di lui. O non ho capito niente anche in questo caso? - domanda Skinner squadrando Mulder.

    - Beh!! Diciamo che... è stato uno scambio reciproco di... Lasciamo andare. Sono stato un idiota - tace per qualche istante perdendosi nello sguardo di Skinner. - Deve dirmi qualcosa, signore? -

    - No - risponde Walter trasalendo dal ricordo di Alex. Si alza e va verso la cucina sperando che Mulder non si sia accorto di nulla. - Vuole un caffè, agente Mulder? -

    - A dire il vero, signore: ho bisogno di altro. -

    Skinner si volta a guardarlo. Mulder si è alzato e lo guarda con occhi supplichevoli di attenzioni e coccole come un cucciolo abbandonato.

    Walter Skinner ha notato spesso quell’espressione sul volto di Mulder ed ha sempre desiderato poter consolare il suo pupillo. Forse questa è l’occasione giusta. Mulder è indifeso, stanco e, infondo, lo sta supplicando.

    - Il letto è disopra - dice con voce suadente fissandolo negli occhi, - La raggiungo subito, agente Mulder. -

    - Non potremmo darci del tu? -

    - Certo. -

    Mulder morde il cuscino tentando di soffocare il dolore e il piacere. Non gli piace urlare e non vuole mostrare a Skinner le sue debolezze. Walter lo sodomizza con quanta forza ha in corpo e ogni volta che affonda in quella carne gioisce di un doppio piacere: fisico e mentale. Non gli pare vero di essere lì e di sottomettere Mulder, “Devo ringraziarti Krycek”, pensa continuando la sua monta. “Se tu non lo avessi ammansito, io avrei aspettato invano quest’evento.”

    Mulder cade sfinito mentre Skinner si ritrae e alzandosi va a farsi una doccia.

    Walter Skinner non riesce a dormire. Si è girato più e più volte in quel letto. Dopo tanto sperare è riuscito a fare l’amore con il suo pupillo, eppure... >

Eppure ha dentro un vuoto che non riesce a comprendere. Che non riesce a decifrare e, soprattutto, che non riesce a colmare.    “Krycek”, pensa, “deve essere lui la causa. Comincio a credere che Mulder abbia ragione nel ritenerlo il male dell’umanità”. Si alza e va verso la grande finestra: la città si sta lentamente svegliando sotto il chiarore dell’aurora e dall’alto ha un effetto magico. “Dove sei Alex Krycek? In quale lurida e squallida bettola ti sei rifugiato?”

 

 

Annapolis, Maryland, 6:06 A.M.

West Road 3170, abitazione di Dana Scully

       

    Scully volge lo sguardo al compagno al suo fianco.

    Lo osserva estasiata e rapita dalla sensualità che emana.

    Ma se le avesse mentito? Se fosse stato lui a uccidere Melissa? Infondo, non è forse stato lui a uccidere il padre di Mulder? La calibro 9 era la sua...

 

    - Che cavolo!?!... Dana... DANA! - Krycek urla spaventato dopo essersi svegliato ammanettato alla spalliera del letto.

    - Perché urli Alex? - chiede Scully pacatamente entrando nella stanza.

    - Perché mi hai ammanettato? -

    - Perché voglio delle risposte e tu sei l’unico in grado di fornirmele. -

    - O.K., spara... cioè, chiedi pure. -

    - Chi ha ucciso Melissa? - chiede a bruciapelo Scully senza distogliere lo sguardo da Krycek.

    - Non farebbe alcuna differenza per te sapere o meno il suo nome. Ma credimi se ti dico che non sono stato io. Sono solo colpevole di non averlo impedito. Ma non ne avevo il potere. - Alex espone con tanta convinzione e pacatezza la sua difesa, che Dana non può fare a meno di credergli.

 

 

Washington D.C., 6:27 A.M.

Abitazione di Walter Skinner

 

    Mulder si gira sul fianco destro, ma il luogo è irriconoscibile.

    Si siede di scatto sul letto guardandosi attorno e realizza: non è il suo appartamento.

    Si veste in fretta sperando che ciò che pensa non sia accaduto e scende nella zona giorno.

    - Ben svegliato Mulder. Dormito bene? - chiede Skinner con un sorriso smagliante.

    - Cos’è successo qui questa notte? -

    - Davvero non ricordi nulla? -

    - No, signore. Temo proprio di no - risponde mantenendo la gerarchia.

    Mulder si accascia in poltrona rendendosi conto che il suo timore di aver ceduto a Skinner è fondato.

    - Sono desolato agente Mulder. Credevo che lei fosse cosciente quando mi ha chiesto... -racconta Skinner riprendendo a dargli del ‘lei’.

    - Glielo avrei chiesto io, signore? -

    - Sì - Skinner fissa lo sguardo in quello del suo agente e in cuor suo si pente di aver approfittato così di quella debolezza, ma non ha il coraggio di ammettere la sua colpa.

    - Mi è piaciuto? - chiede timidamente Mulder.

    - Non saprei dirle, agente Mulder. Ma non se ne lamentava, quindi... suppongo... Sì, credo che le sia piaciuto - conclude Skinner dirigendosi alla cucina. - Gradisce del caffè, agente Mulder? -

    - Sì, signore. Grazie! - Mulder si prende la testa tra le mani cercando una spiegazione plausibile al suo comportamento        - Crede che io sia malato? -

    - No, agente Mulder. Credo solo che, di tanto in tanto, lei abbia bisogno di qualcuno che le stia accanto. E’ per questo che è venuto qui - tace qualche secondo incrociando lo sguardo del suo pupillo, poi - E’ per questo che ha ceduto ad Alex Krycek - Mulder abbassa lo sguardo in segno di netta sconfitta psicologica. - Stia tranquillo, agente Mulder, quanto è accaduto qui, questa notte, resterà tra noi. Così come quanto mi ha confidato di lei e... -

    - La ringrazio, signore - dice frettolosamente Mulder alzandosi e dirigendosi alla porta.

    - Non vuole più il suo caffè? - domanada Walter porgendogli la tazza.

    Mulder allunga la mano, ma nell’afferrare la tazza sfiora le calde dita di Skinner e improvvisamente quella bevanda fumante gli riporta il ricordo di Krycek.

    - Signore?!... Se le chiedessi... sì. Se le chiedessi di farlo... Di farlo ora. Lo farebbe? -

    - Si rende conto di quello che mi sta chiedendo, agente Mulder? -

    - Sì, signore. Sono più che cosciente. E’ per questo che glielo chiedo. Lo ha detto lei: ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino. -

    - Ed io sono l’unico? -

    - Sì. Non c’è nessun altro che possa alleviare il mio dolore. Ormai ho perso tutto: mia sorella, mio padre... Alex Krycek. -

    Skinner lo libera della giacca, poi comincia a sbottonargli la camicia, mentre da sé, Mulder, si libera della cravatta. Skinner gli bacia il torace e risale verso il collo, poi il lobo. Lo mordicchia e sente il corpo di Mulder cedergli tra le braccia. Lo dirige verso il letto e lo fa sdraiare. Mulder socchiude gli occhi baciandolo, accarezza i muscolosi pettorali del suo vicedirettore, mentre questi gli sfila con destrezza i pantaloni.

    I due si rotolano tra le lenzuola toccandosi e baciandosi appassionatamente, ma entrambi hanno in mente una sola persona: Alex Krycek.

    Skinner volta il corpo di Mulder e lo penetra tenendogli con fermezza i fianchi. L’atto in sé non dura molto, Skinner non sembra più provare quei sentimenti che lo avevano spinto a possederlo la prima volta. E nuovamente sente dentro di sé quel vuoto opprimente. Mulder è crollato sul letto, il volto affondato tra i cuscini e il pensiero lontano. Troppo, come l’Alaska e i giorni trascorsi con Alex. Già, ma ora il suo amante è anche il suo peggiore nemico. E’ l’uomo che ha ucciso suo padre.

    - Temo che non sarò mai in grado di cancellare il suo ricordo- dice Skinner quasi leggendo i pensieri di Mulder.

    - Signore, temo che Krycek mi abbia rubato il senno. -

    - Temo che sia così, agente Mulder. -

    - Quando lo rincontrerò dovrà pagare anche per questo. -

    - Se lo rincontrerà si lascerà consolare da lui. Ne sono più che convinto. Uno come Krycek lo si può odiare razionalmente, ma si finisce con l’amarlo inconsciamente. -    

    Mulder si addormenta tra le lacrime, mentre Skinner cerca conforto in una doccia, ma sa bene che non gli basterà. Si lascia schiaffeggiare dal getto della doccia quando si sente cingere da dietro.

    - Agente Mulder!? -

    - Non mi respinga, la prego - dice soffocando un singhiozzo    - Ho bisogno di lei, signore. Ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di me quando sono triste. Quando lo sconforto e il dolore mi assalgono. Quando cala la notte e il letto è vuoto e freddo. Quando i ricordi e il rimpianto riaffiorano prepoten-temente. Quando... Quando la solitudine bussa alla mia porta, allora, io vorrei che lei mi consolasse. Le chiedo troppo, signore? -    

    - No, agente Mulder - Skinner si gira verso Fox, gli solleva il mento, gli sfiora le labbra e gli sussurra: - In tutti quei ‘quando’, agente Mulder, venga da me... Ed io la consolerò. -

 

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ANGELO DEMONIACO

 

Alexandria, Virginia

Abitazione di Fox Mulder

10:23 P.M.

 

    Mulder rientra dopo una dura giornata. Una nuova estenuante giornata di routine. Sta mettendo insieme i pezzi della sua vita, delle sue scoperte, delle sue mezze verità.

    Da quando Krycek gli ha fornito nuove prospettive, ha ripreso a cercare, a sperare. A lottare.

    Perché mai quegli input non glieli ha dati Scully?

    Perché mai dopo quanto era accaduto a Tunguska, Krycek era tornato da lui?

    Come mai lo aveva atterrato con un solo braccio?

    Accende la luce.

    - Alex! - esclama a fil di voce.

    - Ciao, Mulder. -

    Mulder rimane pietrificato sulla soglia del salottino. Alex è in piedi accanto all'acquario e gli sorride. Mulder osserva il braccio rigido e i guanti.

    - Hai un solo braccio? - domanda in fine.

    - Già! -

    - Tunguska? -

    Alex stringe le labbra realizzando un sorriso simile a una smorfia. Mulder va a sedersi togliendosi la giacca.

    - Perché sei qui, Alex? -

    - Volevo vederti -, risponde fissandolo intensamente. -Volevo stare un po' solo con te… Come ai vecchi tempi. -   

    - Non ho dimenticato quello che mi hai fatto. -

    - Neanche io… Mi dispiace. So che non vale molto, ma mi spiace veramente. -

    - Vieni qua… Vieni accanto a me -, gli dice dolcemente colpendo con il palmo della mano il divano.

    Krycek indugia alcuni secondi, ma quando guarda il sorriso di Mulder, tutti i suoi dubbi e i suoi timori crollano.

    Si siede accanto a Mulder, ma questi, baciandolo dolcemente, lo stende sul divano sdraiandovisi sopra.

    - Mulder… -

    - Non voglio vendicarmi… Voglio ringraziarti per la fiducia che mi hai fatto riacquistare. Sei un bastardo, Krycek; e lo sarai sempre, ma per mia sventura, sei il mio diavolo tentatore e non riesco a odiarti abbastanza. -

    - Questo significa che mi ami? -

    - Non posso amarti… così come non posso odiarti. Sei il mio lato oscuro. Il mio alter ego. Quello che forse vorrei essere e non ho il coraggio di diventare. -

    - Vorresti davvero essere me? -

    - Vorrei avere il tuo coraggio. La tua forza di volontà. La tua capacità di convertire ogni evento in qualcosa di vantaggioso. Sì… Sì, vorrei essere te. -

    - Non ti piacerebbe. -

    - Dì piuttosto che non sarei capace. -

    - Chiunque passi quello che ho passato io, può essere come me. -

    - Taci ora. Facciamo quello per cui sei qui. -

    Le mani di Mulder accarezzano la pelle di Alex al disotto della T-shirt. Krycek si lascia andare completamente, fidandosi, come sempre, del suo amante. Mulder cede alla passione più sfrenata, come >

non accadeva da tempo, e in quella frenesia spoglia Alex senza badare all'arto artificiale.

    - AHH!! - si lamenta Krycek.

    - Scusa! -  

    La manica della T-shirt è impigliata a uno dei ganci dell'arto artificiale. Mulder resta senza parole nell'osservare l'orribile mutilazione cui è stato sottoposto il suo Alex.

    - Non guardare… Se ti fa tanto orrore… non guardare. E' orribile vedere quell'espressione sul tuo volto -, lo implora Krycek.

    - Ti hanno punito a causa mia?-

    - No -, risponde sedendosi e sganciando la T-shirt. - Sono stati alcuni abitanti del luogo… Credevano di farmi un favore. -

    - Ho conosciuto gente del genere. Il padrone del furgone con il quale siamo scappati, ha mutilato suo figlio. -

    - E' una pazzia!! - bisbiglia quasi tra sé fissando nel profondo gli occhi di Mulder. - Io non ero venuto qua solo per stare con te. -

    - Allora perché, Alex? -

    - Questa notte partirò per il Canada… devo andare a prendere una persona… -

    - Ho l'impressione che tu abbia brutte notizie per me… Quindi spara -, lo incita Mulder notando la sua esitazione.

    - Bolle qualcosa in pentola, ma non chiedermi cosa… Non so di cosa si tratta, ma hanno bisogno di quest'uomo per portare a termine il loro piano. Posso solo dirti di tenere gli occhi e le orecchia ben aperti. -

    - Non mi sei d'aiuto -, insiste Mulder.

    - E' quanto so… L'uomo per il quale lavoro non è potente come il mio ex… Io devo solo prelevare un uomo che serve al consorzio… Ma se hanno bisogno di quest'uomo… è chiaro che hanno in mente qualcosa che da soli non sono in grado di gestire. -

    - Qualcosa inerente alla colonizzazione? -

    - Immagino di sì -, risponde sinceramente, ma incerto se informare Mulder riguardo al nome dell'uomo che dovrà prelevare. - Mulder, i giochi sono fatti e siamo alla fine… Manca solo la mossa finale. Come dire… lo scacco matto -, conclude sperando che quelle ultime parole siano di indizio a Mulder.

    - Vuoi andare via, ora? -

    - Posso restare per un paio d'ore, se vuoi, Mulder. -

    - Sì, lo voglio. -  

    Mulder si spoglia portandosi di fronte a Krycek che solleva il viso per guardarlo. Gli fa un cenno con il capo e Alex, afferrato il membro, se lo porta in bocca cominciando a lambirlo con la passione e la maestria di sempre.

    Quando Alex sente Mulder pronto, gli si offre completamente. Mulder non ricorda, quando è stata l'ultima volta che ha potuto possedere il suo amante. Ricorda perfettamente che nel suo appartamento, l'ultima volta, su quel divano, era stato Krycek a dirigere il gioco.

    Il timore di Mulder nel tenere sotto di sé Alex, è che questi non sopporti il suo peso sorreggendosi su un solo braccio. Ma Alex non sembra cedere né al proprio peso, né a quello di Mulder. Al contrario, Alex Krycek sembra possedere una forza maggiore di quanto Mulder ricordi.

    L'idea che il suo amante sia ancora più resistente, lo fa impazzire di piacere e spinge in lui con più foga. Krycek geme di piacere stringendo in mano la T-shirt e facendo peso sull'avambraccio destro.

    E' notte fonda, quando Alex si sveglia tra le braccia di Mulder. Questi non sembra sentirlo e Alex con attenzione si libera del suo corpo alzandosi dal divano. Lentamente si riveste per lasciare l'appartamento di Mulder.

    Il biplano per il Canada lo aspetta in un aeroporto privato poco fuori New York. La partenza è prevista per le quattro. Ha due ore di tempo. Bacia Mulder su di una guancia e chiude la porta dietro di sé sperando che non sia l'ultima volta.

 

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THE END

 

Laurentian Mountains

Quebec, Canada

6:39 A.M.

 

    Krycek si libra nel vuoto planando con il paracadute. Sotto di lui la soffice neve delle montagne del Quebec lo attende come un cuscino. Alex guarda quella distesa ripensando ai giorni trascorsi con Mulder in Alaska e a come sarebbe bello poter vivere per sempre al suo fianco senza i loro dannati ruoli, i loro compiti.

    La sua missione è ora quella di riportare Smoking Man dal consorzio, affinché gli possa consegnare il piccolo Gibson, un bambino dotato di poteri paranormali eccezionali.

    Krycek non è solo in questa missione, con lui c’è un altro sicario. Una volta atterrati, i due si liberano dei paracadute, arrotolandoli e gettandoli via nell’immensità bianca. Furtivi e attenti si avvicinano alla baita di Smoking Man, dividendosi.

    Il compagno di Krycek, è meno attento del previsto ed è ucciso da Smoking Man, dopo aver fatto scattare il sensore a infrarossi. Krycek è all’erta e, trovate delle impronte nella neve lasciate dal suo ex capo, le segue. Dopo qualche metro, lo raggiunge e togliendosi il passamontagna gli punta contro l'arma.

    - Che aspetti?… Premi quel grilletto, Alex -, gli urla Smoking Man fissandolo intensamente. Credendo di avere la meglio sul suo ex sicario, accenna ad allontanarsi. 

    - Non si muova… Ho l'incarico di portarla a un appuntamento. -

    I due si scambiano ancora uno sguardo intenso e sul volto di Smoking Man compare un fievole sorriso.

 

 

Alexandria, Virginia

Abitazione di Fox Mulder

10:24 P.M.

 

    Il telefono dell’appartamento di Mulder suona due volte prima che Scully risponda, mentre Mulder è in bagno.

    - Scully. - 

    - …. -

    - Chi era? - domanda Mulder entrando nel salottino.

    - Ha riattaccato -, risponde Scully riagganciando.

    Mulder la guarda pensoso. Si domanda se poteva essere Alex. Era tornato dal Canada? L'uomo che doveva prelevare, aveva a che fare con Gibson? L'uomo che aveva visto con Spender nel garage sembrava l'uomo delle Morley; era lui l'uomo che doveva prelevare?

    - Cos'hai? - gli domanda preoccupata Scully notando il suo sguardo perso.

    - Nulla -, risponde frettolosamente. - Vuoi un caffè? -

    - No, grazie! Credo che me ne andrò a casa. Sono stanca -, conclude indossando il cappotto.

 

 

Centerville, Virginia

Motel

8:32 A.M.

 

    Mulder e Scully arrivano trafelati al Motel dove fino a quella notte avevano tenuto nascosto Gibson.

    Il vicedirettore Skinner li informa che purtroppo la guardia di sorveglianza è stata uccisa e che l'agente Diana Fowley è gravemente ferita; e, problema più grave, Gibson è scomparso.

    Mulder è sconvolto, e lo è ancor di più, quando Skinner lo informa che l’agente Jeffrey Spender è al carcere dove il cecchino, arrestato per l'attentato a Gibson, è stato ucciso e che accanto al suo corpo hanno rinvenuto la carta di un pacchetto di Morley.

 

 

11:43 A.M.

 

    L'auto scura si ferma accanto a Smoking Man e al piccolo Gibson. Krycek attende al volante che l'Uomo dalle Mani Curate termini la conversazione con il suo ex capo.

    L'uomo fa salire Gibson in macchina, questi e Krycek si scambiano un breve sguardo. L'uomo sale in macchina a sua volta, mentre Smoking Man si allontana a piedi.

    - Sarebbe un bersaglio facile - afferma Krycek nell'osservarlo.

    - No… Infondo è utile. Può servirci ancora in futuro. -

    Krycek parte sgommando passando a pochi centimetri da Smoking Man, che tira un sospiro di sollievo, come se avesse intuito i pensieri di Alex.

 

 

Fort Marlene

16:23 P.M.

 

    Krycek guarda Gibson al di là del vetro, nella stanza asettica del laboratorio di analisi. Gibson gli rivolge uno sguardo ricco di dolore e supplichevole ma Krycek non può fare nulla, neanche, quando i dottori lasciano il laboratorio e nel corridoio non c'è più nessuno.

    - Ciao! - gli dice entrando.

    - Ciao! - risponde dolcemente fissando il verde degli occhi di Alex, e prima che questi possa parlare… - So che non puoi fare niente per me… Ma quando vedrai il signor Mulder, puoi dirgli che sto bene? -    

    - Mulder?… Non so se lo rivedrò. -

    - Sì… Sì, lo rivedrai, perché hai bisogno di lui -, lo assicura Gibson, mentre Alex lo fissa incuriosito.

    - Allora è vera la storia che leggi nel pensiero? - a quella domanda, Alex diviene improvvisamente rosso, ripensando a quali osceni desideri può aver avuto accesso il bambino.

    - Non devi vergognarti… L'agente Mulder ha pensieri ancora più osceni… E non solo su di te -, conclude Gibson con un sorriso.

    - Sei un bravo bambino, Gibson e mi dispiace che vogliano sottoporti a degli esperimenti… spero non siano orribili come quelli cui ho assistito a Tunguska. -

    - Perché hai scelto di fare il loro gioco? -

    - Non ho potuto scegliere. Sono finito in questo giro senza rendermene conto… Se sai leggere… sai quello che ho passato sinora. Buona fortuna, Gibson. -

    - Buona fortuna a te, Alex Krycek. -

 

 

Alexandria, Virginia

Abitazione di Fox Mulder

4:05 A.M.

 

    Mulder si è finalmente addormentato sul divano, mentre Scully, rilassata in poltrona, sfoglia un libro. Solleva lo sguardo e si ferma a fissare il suo partner. Se bene erano certi che sarebbero stati trasferiti a un'altra sezione e gli X-Files chiusi, trovarsi di fronte al risultato di un incendio doloso che aveva, letteralmente, mandato in fumo tutti quegli anni di lavoro, era sconfortante.

    Persino lei, Scully, si sentiva vuota e smarrita di fronte a quell'ennesimo sabotaggio. Un finale a sorpresa e devastante. Una definitiva fine degli X-Files. Troppe volte in passato il Governo non era riuscito a distoglierli del tutto dalla ricerca della verità. Quella era la mossa decisiva. Ora gli X-Files erano realmente chiusi.

    Eliminati.  

    Il telefono squilla improvvisamente e Scully scatta come una molla sollevando la cornetta.

    - Pronto? -

    - …….. -

    - Pronto? Chi parla? - insiste Scully ascoltando il fruscio dall'altra parte.  

    - L'agente Mulder, per favore! - dice in fine una voce palesemente camuffata.

    - Non è disponibile in questo momento… Chi parla? - Scully sente solo il "clic" di aggancio.

    - Chi era? - domanda Mulder svegliatosi.

    - Non saprei, sembrava un uomo, ma non ha voluto dirmi il suo nome -, risponde osservando l'assonnato compagno.

    - Non importa… Ormai non importa più nulla. -

    - Non buttarti giù -, lo rincuora sedendogli accanto, -Rimetteremo insieme i pezzi di ciò che resta e continueremo le nostre indagini, contro ogni… -

    - Ti stai ascoltando, Scully? - le chiede fissandola come se fosse impazzita. - Ormai è finita… Ho deciso di dare le dimissioni. - 

    - Mulder!! Non puoi farlo… sarebbe come dargliela vinta… -

    - Hanno già vinto, Scully! - replica alzandosi dal divano. - E' finita. Basta… Sono stanco di lottare senza mai arrivare a nulla.-

    - Okay, Mulder, allora cosa farai? - gli domanda alzandosi e fissandolo negli occhi.  >

    - Andrò via… Lontano… Non so ancora dove, ma voglio lasciarmi dietro ogni cosa. -

    - Non è da te… Non è da te darti per vinto in questo modo. -

    - Tu non mi conosci Scully. -

    - Dici? -

    Gli sguardi dell'uno sono nell'azzurro dell'altra. Si fissano intensamente e Mulder reagisce come mosso da una forza superiore. Afferra Scully per la vita e la bacia appassionatamente. Proprio come è solito fare con Alex Krycek.

    Scully è sconvolta e rapita da quell'improvviso atteggiamento di Mulder, ma si lascia andare a quell'effusione sperando che non si tratti solo di un momento di debolezza.

    Quando Mulder distacca le labbra da quelle di Scully riaprendo gli occhi sul suo viso, la guarda con stupore e se ne allontana smarrito. Perché mai ha baciato la sua collega? Come ha potuto fare una cosa simile? Perché per un istante gli è sembrato di vedere Alex? Come può confondere Scully con Alex Krycek? E perché continua a chiamarla Scully anche nella sua mente, mentre il suo amante lo chiama per nome?

    E' innamorato!

    E' innamorato di Alex Krycek.

    Deve vederlo.

    Deve dirglielo.

    Ma come?

    Dov'è Krycek? Come può contattarlo? Al telefono, era lui?

    Sì… Doveva essere lui al telefono. Alex sta cercando di contattarlo, ma Scully è di troppo.

    - E' meglio che tu vada via, Scully -, le dice in fine senza nemmeno guardarla.

    - Come vuoi -, risponde indossando il suo solito cappotto       - Addio, Mulder! -

    - Addio, Scully! -

    Nel buio del giardino di fronte al portone dello stabile di Mulder, Alex Krycek attende da ore che Scully se ne vada. Quando, finalmente, la vede allontanarsi in auto, si muove verso le scale principali.

    - Hai dimenticato qualcosa? - chiede Mulder attraverso la porta chiusa pensando che Scully sia tornata indietro.

    - Ciao, Mulder! - lo saluta Krycek entrando.   

    - Ciao, Alex! -

    - Ho cercato di avvertirti, quando hanno rapito Gibson… e… volevo dirti che si trattava… -

    - Lascia stare -, lo interrompe Mulder sfiorandogli le labbra con un bacio. - Ora non ha più importanza. -

    - Vuoi lasciare gli X-Files? - gli domanda con tono di speranza.

    - Non ci sono più gli X-Files. -

    - Questo non può fermarti!? - insiste Krycek sbalordito.

    - Ho deciso di lasciare l'FBI… Verresti via con me? -      

    Il volto di Krycek si illumina all'improvviso sfoggiando uno sguardo di un verde brillante. Un verde che Mulder ha visto poche volte. Volte che ormai, neanche ricorda più.

    Lo abbraccia stando attento a non urtare l'arto artificiale e comincia a baciarlo come nella cella di Tunguska, con la stessa dolcezza e passione. Con quella insolita delicatezza che raramente aveva sottolineato i loro incontri.

    Alex Krycek lascia che il suo amante faccia di lui ciò che vuole ricambiando quelle delicate attenzioni. Lo bacia e si lascia baciare. Dolcemente, sensualmente. Con passione.

    Un bacio.

    Un altro ancora.

    Una carezza.

    Un'altra ancora.

    I due si lasciano scivolare sul pavimento spogliandosi a vicenda. Questa volta Mulder sta ben attento a non impigliare gli abiti ai ganci dell'arto artificiale cercando di non guardare quell'orrore.

    Mulder solleva le gambe di Krycek continuando a baciare le sue labbra. Krycek si lascia prendere in quella nuova e inusuale posizione. E' la prima volta che Mulder lo possiede a quel modo. E' la prima volta che potrà guardare il volto del suo amante, mentre gode di lui.

    La prima volta che Mulder potrà guardare lui godere del piacere che gli dà. Quel solo, unico pensiero, lo eccita improvvisamente innescando in lui una carica erotica più potente che mai.

    Le mani di Mulder accarezzano i suoi fianchi sorreggendolo, mentre delicate e ritmate spinte lo fanno godere. Alex vorrebbe tenere gli occhi ben aperti sul volto del suo amante, ma l'intensità di quelle spinte non glielo permettono.

    Mulder è sempre più eccitato e le sue spinte diventano sempre più forti e frequenti. Osservare il piacere sul volto di Krycek e udirlo gemere a ogni spinta, lo manda in estasi.

    - Non… so… quan-to du-rer-ò… - lo informa a fatica Mulder.

    - No-n… c'è… pro-ble-mahh!! -

 

 

Alexandria, Virginia

10:30 A.M.

 

    Krycek è in macchina che aspetta. Mulder esce di casa con l'ultima valigia. La carica nel portabagagli; guarda per qualche istante la finestra del suo appartamento e sale in macchina.

    - Sicuro che non vuoi far guidare me? - chiede Mulder allacciandosi la cintura di sicurezza.

    - Certo, Mulder. So guidare molto bene, ora –, ironizza ricordando, quando affiancando Mulder come agente, questi lo sfotteva per la guida.

    La macchina lascia il viale alberato del quartiere dirigendosi lontano da Alexandria. Da Washington D.C.. Da Scully.

 

 

Washington D.C.

Quartier Generale dell'FBI

Ufficio del vicedirettore Walter Skinner

12:33 P.M.

 

    Scully si accomoda al di là della grande scrivania di Skinner e attende che questi le spieghi il motivo dell'improvvisa convocazione.

    - Agente Scully, mi è stata appena recapitata la lettera di dimissione dell'agente Mulder… - Skinner fa una pausa sperando in un intervento spontaneo di Scully, ma notato il suo proverbiale silenzio, le pone la domanda di rito: - Lei ne conosce il motivo? - 

    - Esattamente come lei, signore. -

    - E' per l'incidente di questa notte? - domanda retorico Skinner.

    - Sì, signore. L'agente Mulder mi aveva accennato alle sue dimissioni, ma… a dire il vero speravo che ci ripensasse. -   

    - Ho provato a chiamarlo, ma il numero è stato disattivato… Lei sa dove può essere? - chiede preoccupato.

    - Sinceramente no, signore… Vuole che vada a controllare? -

    - Andiamoci insieme, agente Scully. -

 

 

Alexandria, Virginia

Abitazione di Fox Mulder

14: 47 P.M.

 

    Scully e Skinner bussano più volte alla porta dell'appartamento di Mulder senza ricevere alcuna risposta. Scully estrae dalla tasca del cappotto le chiavi dell'appartamento ed entra seguita dal vicedirettore.

    Tutto appare insolitamente in ordine e, sulla scrivania accanto al computer, c'è una busta chiusa con scritto "X Scully".

    Scully si volta verso Skinner facendo notare la busta e questi con lo sguardo la incita a leggerne il contenuto.

    - E' una lettera… "Scully, sono dispiaciuto per quanto ti ho fatto passare in questi cinque anni. E so che quest'ultimo atto non me lo perdonerai mai, ma non posso più restare. Non ho più motivi per restare, tanto più ora che so di amare Alex…" - Scully si interrompe stupita e indecisa sul continuare o meno la lettura di quella strana lettera, ma Skinner non sembra affatto sconvolto. 

    - Continui, agente Scully. -

    - "…tanto più ora che so di amare Alex Krycek. Immagino la tua sorpresa. Come vedi Scully: tu non mi conosci. Puoi prendere tutta la mia roba e farne ciò che vuoi. Darla a mia madre se vuoi… I pesci… potresti occuparti di loro? Non so dove andremo e cosa faremo, ma non sentirete più parlare di noi. Alex è un maestro nel dileguarsi. Penserà a tutto lui. Perdonami. Fox Mulder" - Scully rimane muta a fissare il volto imperturbato di Skinner.

    - Ora è tutto chiaro. -

    - Lei lo sapeva, vero? - domanda con meno riguardo del solito. 

    - Sì… Sapevo del loro rapporto, ma… Ma, sinceramente, non pensavo che sarebbero arrivati a questo. -

    - Cosa pensa di fare ora? -

    - Cosa vuole che faccia, agente Scully? - domanda disarmato Skinner.

 

 

Kangaroo, Australia

10:13 A.M.

 

    Mulder passeggia lungo la spiaggia dell'isola pensando alla sua vita. Agli avvenimenti di quegli ultimi cinque anni. Si gira a guardare la dependance che Alex ha affittato e si ritrova a osservare le proprie impronte.

    Un passo dopo l'altro che lo hanno allontanato dagli X-Files.

    Un passo dopo l'altro che lo hanno allontanato da Scully.

    Un passo dopo l'altro che lo hanno allontanato dal suo passato.

    E poi un'onda.

    Un'onda a spazzar via quelle impronte, così come Alex Krycek aveva cancellato tutta la sua vita.

    Solleva il volto e lungo la rena vede avvicinarsi Alex.

    Alex Krycek avanza con la sua inimitabile andatura.

    E' lontano, ma Mulder sa che Alex gli sta sorridendo.

    Sa che i suoi occhi sono di un verde brillante e che il forte sole glieli fa socchiudere quanto basta alle folte ciglia per far ombra e permettergli di guardare verso di lui.

    Sa che appena gli sarà vicino non potrà fare a meno di baciare quelle adorabili labbra.

    Sa che ogni passo che Alex compie verso di lui, è un passo in meno che li separa.

    Cinque… Quattro… Tre.

    Krycek si ferma a guardarlo, sorridendo.

    Due.

    Uno.

    Non c'è più nulla che li separi.

 

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L’AVVOCATO DEL RATTO

 

Procuratore: .... è per tale motivo, signori della giuria, che io chiedo per Alex Krycek il massimo della pena. Grazie! Ho terminato Vostro Onore.

 

Giudice: Grazie, avvocato Low.... Avvocato Antony, tocca a voi.

 

Imy Antony: Signori della giuria. Signore della giuria. Guardate attentamente quest’uomo e ditemi: vi sembra questo il volto di un killer? Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, vi sembrano questi gli occhi di un assassino? No signori, non lo sono. Non lo sono perché Alex Krycek non è un assassino. No. Alex Krycek è una vittima delle circostanze, un capro espiatorio di un complotto. Una pedina nel gioco mortale del potere. L’accusa lo vuole fautore di spietati delitti, spia, doppiogiochista e quant’altro di più efferato. In realtà l’accusa non ha fornito una benché minima prova tangibile che Alex Krycek sia colpevole di tutti i capi d’accusa.

     Lo hanno accusato di aver ucciso il macchinista della funicolare.... Ma signori, mi viene da ridere.... Hanno mai trovato il corpo? No.... Vi erano tracce di sangue o colluttazione sul luogo? No.... Ed allora come possono accusare il mio cliente di omicidio?

    Lo hanno accusato di aver ucciso Duane Barry. Dicono che l’abbia avvelenato. Ma non è mai stato fatto un esame tossicologico che lo dimostrasse. No, è solo la conclusione del rapporto dell’agente Mulder. Lo stesso agente che aveva strapazzato Barry durante l’interrogatorio, tanto che i primi soccorsi hanno dichiarato, ed è stato poi riportato sulla cartella clinica, che Duane Barry è morto per soffocamento. Non è forse questa una prova che il mio cliente è il capro espiatorio dei crimini altrui?              Lo hanno accusato di aver ucciso William Mulder. Ma lo stesso agente Mulder, Fox Mulder, ha ammesso di non aver visto nessuno nel bagno. Di non essersi nemmeno sporto a guardar fuori dalla finestra. No, signori. L’agente Fox Mulder ha dichiarato, leggo le parole della deposizione: “... quando sono entrato nel bagno, mio padre giaceva in terra colpito a morte. La finestra era aperta ed ho sentito allontanarsi una macchina.” Ha sentito allontanarsi una macchina, questo è quanto può dire dell’assassino l’agente Mulder. Nonostante ciò, ha  >

sempre accusato il mio cliente di essere il fautore di tale crimine. E quali prove ha addotto l’accusa? Una calibro nove. Una comune calibro nove che solo la testimonianza degli agenti Fox Mulder e Dana Scully attribuisce al mio cliente, ma l’arma non è stata trovata in possesso del mio cliente e le impronte rinvenute erano confuse e, tra quelle, spiccavano quelle dell’agente Mulder. Non è forse questo un tentativo di persecuzione spietata e mirata contro il mio cliente? Tutti sapevano dello strano comportamento che l’agente Mulder aveva in quel periodo: irrazionale, irascibile e intrattabile. L’agente Mulder, infatti, aveva picchiato il suo superiore: il vicedirettore Skinner.  L’agente Mulder, nonostante conoscesse le procedure legali, lasciò il luogo del delitto: non fu lui, infatti, ha denunciare la morte del padre, e in casa oltre alle sue impronte non ne furono rinvenute altre. No, signori della giuria: in casa di William Mulder non sono state rinvenute le impronte di Alex Krycek. E allora come lo si può accusare di questo omicidio?  

             Lo hanno accusato di voler vendere dei segreti militari ad altre Nazioni. Ma quali segreti? Il Governo ha smentito l’esistenza, e quindi la perdita, di un file sui rapporti UFO. Cosa commercializzava, quindi, il mio cliente: aria fresca? Chi lo ha accusato di tale furto? Il vicedirettore Skinner. Già, quindi quel file, non era in possesso del Governo, ma del vicedirettore e come ne era venuto in possesso? Lo aveva sottratto all’agente Mulder. Quindi, chi ha rubato il file: l’agente Mulder o il mio cliente?

             L’agente Mulder, anche in quell’occasione, perseguitò e malmenò il mio cliente. Sì, signori: Alex Krycek fu brutalmente picchiato e ricondotto a Washington con la forza. A causa dell’agente Mulder, Alex Krycek fu posseduto da una forza di provenienza sconosciuta e crudelmente rinchiuso in un silo sotterraneo dal quale solo la buona sorte lo ha salvato. E si continua ad accusare il mio cliente? Se lui è un malvagio, gli altri che cosa sono?

             Lo hanno accusato di complottare con i sovietici e di essere una spia al loro servizio e che questa alleanza ha messo in pericolo la vita dell’agente Fox Mulder. Già.... Ma fu l’agente Mulder a trascinare Alex Krycek fino a Tunguska e non viceversa. E a Tunguska non fu l’agente Mulder ad essere mutilato. No, signori della giuria. Fu il mio cliente, quell’Alex Krycek che siede oggi al banco degli imputati, ad essere brutalmente mutilato.

             Ora, signori, a conclusione della mia esposizione, io vi chiedo di analizzare a fondo le prove portate in aula. Vi chiedo di rammentare che si può condannare un uomo solo in assenza di un ragionevole dubbio. Ebbene, signori della giuria, io credo che gli interrogativi da me sollevati dimostrano chiaramente che esiste più di un ragionevole dubbio. Pertanto io chiedo un verdetto di totale assoluzione, per tutti i capi d’accusa, per Alex Krycek. Grazie! 

 

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La slash è una narrazione omoerotica nata negli anni ’60 in America. La prima serie slashiata fu Star Trek che vedeva, per la maggiore, la relazione tra il Capitano Kirk e il vulcaniano Spock. Il termine slash prende il nome dal simbolo slash che è usato per separare le iniziali di due personaggi.

Questo genere di letteratura è del tutto amatoriale ed è la diretta diramazione della fan-fic (abbreviazione di fanfiction).

Questa prima raccolta contiene gli episodi che formano la cosiddetta Mitologia; vale a dire il filoconduttore della serie.  

 

dal 1995 al 1999

prima edizione 1999 (conteneva anche Il libro dei morti, ora compreso in: The Slash Files: the best)

racconti

150 pagine

Italiano

2008

brossura

€ 10,00

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